Uno sguardo sul mondo dalla sdraietta

La sdraietta è un elemento che spesso viene sottovalutato al momento di selezionare gli accessori che andranno a fare parte del corredino per il nostro bambino. Spesso si prediligono culle e lettini e non si pensa agli effettivi benefici e valori aggiunti che può portare una sdraietta.

Un modo per socializzare ed imparare

Si sa, i bambini piccoli sono delle vere e proprie spugne: assimilano ed imparano qualcosa da tutto ciò che vedono e sentono. Questa fase di apprendimento e di esplorazione del mondo esterno è molto importante nella fase di crescita, perciò perché non facilitarla ed incentivarla?

Dopo i due mesi di età, i bimbi possono tranquillamente essere adagiati nelle sdraiette (ovviamente opportunamente legati ed assicurati) dove possono passare parte delle loro giornate osservando ciò che li circonda, monitorando i vostri spostamenti ed interagendo con l’ambiente circostante – ricevendo ed elaborando i vari stimoli.

Senza dubbio, la sdraietta è estremamente confortevole e può essere dotata di un motore (silenzioso e di dimensioni ridotte) in grado di attivare un dondolio che cullerà il bimbo facendolo addormentare in pochi attimi. In alternativa, il dondolio può essere attivato dai movimenti del bambino stesso.

Un altro elemento importante è la possibilità di reclinare lo schienale e di poter scegliere tra diversi livelli di inclinazione: in questo modo potremmo distenderlo quasi completamente quando sarà ora del riposino pomeridiano, e mantenerlo in posizione più eretta quando il bimbo sarà sveglio e pronto ad esplorare e scoprire il mondo.

Come per tutti gli accessori per bambini, ci sono due caratteristiche molto importanti che ogni buona sdraietta dovrebbe avere: praticità e sicurezza. Con praticità si intende che dovrebbe essere facile da smontare e rimontare e le varie componenti e federe dovrebbero poter essere facilmente lavabili sia a mano che in lavatrice.

Con sicurezza, invece, si intende chiaramente che la sdraietta deve essere dotata di cinture e sponde per poter limitare i movimenti del bambino e permetterci di distrarci o portare a termine altre faccende senza preoccuparci che il bimbo cada o si faccia del male.

Gli accessori più richiesti

In commercio esistono moltissimi tipi di sdraiette che si differenziano soprattutto per tutta una serie di accessori che si possono aggiungere a piacimento. Tra i più richiesti troviamo lucine, musiche e giostrine sospese con pupazzi e luci rilassanti in grado di rilassare il bambino, distrarlo e tenerlo occupato.

Queste giostrine prendono spesso una forma di arco che viene agganciato ai due lati e corre sopra la sdraietta coprendone la larghezza e possono essere fisse o removibili. L’opzione di rimuoverle renderà più facile spostare la sdraietta, risulterà meno ingombrante nel momento in cui vorremo riporla per qualche tempo, e ci permetterà di interagire con il bambino senza che venga distratto da lucine e musiche.

Macchina da caffè migliore per un piacevole risveglio

Quanti tra noi non riuscirebbero ad iniziare la giornata senza la consueta e confortante tazza di caffè? Risvegliarsi grazie all’aroma e al gusto intenso del caffè diventa quasi una droga.

E per i più appassionati, diventa difficile rinunciare anche alla tazzina dopo pranzo, dopo cena o a metà pomeriggio – fondamentale per uno sprint in più per finire la giornata. Studenti e lavoratori non ne possono fare a meno, e per tutti gli altri una tazzina di caffè può rappresentare un momento piacevole da condividere con amici e parenti, per ritagliarsi un momento di rara tranquillità nella frenetica vita quotidiana.

Ma, si sa, per gli italiani il caffè deve avere delle caratteristiche particolari, e la macchina da caffè gioca un ruolo fondamentale in questo rituale quotidiano di milioni di persone.

Diverse macchine, diversi caffè

Una volta, l’unica macchina a disposizione per uso domestico era la classica moka, a cui si aggiungeva poi la macchina caffe automatica o semi automatica di bar e caffetterie. Oggigiorno, invece, esistono moltissime tipologie di macchine diverse che possono tranquillamente essere acquistate per un uso personale e variano per costo, caratteristiche tecniche, e gusto e intensità del caffè prodotto. Vediamole insieme.

Di ispirazione americana, troviamo la macchina del caffè in cialde di carta: dotata di un serbatoio per l’acqua e di uno scompartimento dove inserire cialde in carta contenenti caffè pressato in quantità già calcolata e adatta per una singola dose. La variante americana sostituisce alle cialde già dosate dei filtri di grandezza maggiore su cui versare la quantità desiderata di caffè in polvere o solubile – il risultato è un caffè dal gusto decisamente meno forte e intenso e molto più lungo.

L’evoluzione della macchina a cialde è la macchina del caffè in capsule: super pubblicizzata, permette di ottenere un caffè di ottima qualità semplicemente inserendo la capsula in un apposito scomparto e premendo il pulsante di avvio.

Troviamo poi la più tradizionale macchina manuale per caffè in polvere: funziona con un principio simile alla moka, è dotata di un braccetto removibile in cui va versata la quantità di caffè in polvere desiderata prima di riagganciarlo alla macchina.

Il top della gamma

Per chi desidera assaporare l’aroma puro del caffè in chicchi, esistono macchine automatiche o semi automatiche, generalmente più costose rispetto agli altri modelli, ma che funzionano macinando all’istante i chicchi di caffè, mantenendo intatti tutti gli aromi e i profumi.

Nonostante per queste macchine sia necessario un investimento iniziale superiore, la spesa viene facilmente ammortizzata nel tempo poiché i chicchi sono la tipologia di caffè più economica in circolazione. Inoltre, sono disponibili di varie intensità e gusti per rendere il vostro caffè unico e personalizzato ogni giorno, e farvi iniziare ogni giornata con una marcia in più.

Una marcia in più in cucina con la grattugia elettrica

Sia che siate amanti della dieta mediterranea, sia che vi piaccia sperimentare con piatti esotici ed innovativi, spesso vi sarete ritrovati a grattugiare formaggio, pane, spezie, verdure e chi più ne ha più ne metta.

Se le quantità di cibi da grattugiare sono piuttosto consistenti, spesso avrete perso un bel po’ di tempo per ultimare i preparativi dei vostri piatti, oppure avrete optato per alimenti già grattugiati.

Entrambe queste soluzioni possono risultare scomode o poco vantaggiose in termini di risparmi economici e di tempo. Un’ottima alternativa è offerta dalle sempre più in voga grattugie elettriche.

Funzionamento e qualità

Come di quasi tutti gli strumenti da cucina, di grattugie elettriche ne esistono molti tipi che variano per potenza, prezzo e dimensioni. Tutte, però, hanno in comune il principio base di funzionamento. Questi apparecchi sono dotati di un vano (più o meno grande) dove inserire il cibo, di un motore (più o meno potente) e di un rullo che ha la funzione di grattugiare i cibi.

A seconda della grandezza e del livello della grattugia, potremo inserire alimenti più o meno grandi e duri all’interno dell’apposito scomparto, e azionare, poi, il motore premendo semplicemente un pulsante.

I modelli più potenti e resistenti sono in grado di grattugiare agevolmente senza incepparsi anche cibi molto duri. Sempre gli apparecchi più avanzati sono anche dotati di interruttori e cellule di sicurezza da disattivare per poter avviare la grattugia: tali aggiunte ci permettono di evitare di sbucciarci involontariamente la mano o di disperdere il prodotto grattugiato in giro qualora avviassimo il dispositivo per errore.

Un ultimo elemento da citare per quanto riguarda il design delle grattugie elettriche è un eventuale vano aggiuntivo dove viene accumulato il prodotto grattugiato.

Vale la pena possederne una?

Chiaramente, l’utilità di un acquisto dipende dalle esigenze personali di ognuno, tuttavia ci sono una serie di motivi per cui una grattugia elettrica potrebbe essere un’aggiunta preziosa in ogni cucina.

Intanto, come menzionavo prima, possedere una grattugia formaggio elettrica significa risparmiare tempo e soldi. Tempo perché in pochi secondi si possono grattugiare grandi quantità di prodotti, e soldi perché si potrà evitare di acquistare cibi già grattugiati al supermercato.

In questo modo saremo in grado non solo di grattugiare la quantità necessaria di cibo (evitando di lasciare confezioni di cibo già tritato aperte per lunghi periodi, rischiando di doverne buttare via la maggior parte), ma anche di avere un controllo assoluto della qualità dei cibi che andranno a comporre i nostri piatti.

E sempre parlando di risparmi e sprechi, qualora aveste grandi quantità di pane avanzate, potrete grattugiarlo in pochi attimi e conservarlo fino al prossimo uso. Inoltre, le grattugie elettriche sono generalmente molto silenziose, veloci e facili da pulire. Possono essere smontate e le varie parti lavate in lavastoviglie.

Mondo dell’arte provocatoria

La fine del Novecento e l’inizio degli anni Duemila hanno marcato un punto di svolta importante nel mondo dell’arte. Questi periodi sono stati caratterizzati da un forte desiderio di provocare lo spettatore e di mettere alla prova e sfidare la morale collettiva con opere d’arte sfrontate ed irriverenti, a volte addirittura volgari e ridicole.

In Italia e nel mondo esistono moltissimi esempi ed artisti che hanno sfidato i cliché’ e i tabù sociali e culturali e hanno trovato il modo di reagire e rompere le regole grazie alla loro dialettica e filosofia artistica unica e particolare.

Questo trend ha portato ai giorni nostri, a un’epoca in cui la provocazione è considerata la normalità e i valori classici sono diventati, a loro volta, provocanti. La società moderna vive in una provocazione continua, in una sfida senza fine ai paletti sociali e opporsi a questa tendenza è ciò che oggi possiamo considerare davvero provocatorio.

I casi più eclatanti

Le avanguardie del 900 si sono tradotte in eccessi provocatorie sfide di costume e moralità. In Italia, ricordiamo Maurizio Cattelan, la cui opera più eclatante è stata la scultura di un enorme dito medio collocato di fronte alla Borsa di Milano: un segno di sfida e derisione nei confronti del mondo della finanza.

Altri artisti come Gunther Von Hagens e Damien Hirsts hanno eletto la morte come tema portante della loro dialettica, utilizzando a volte anche corpi morti di volontari che avevano accettato di donare il proprio cadavere all’arte. Gonzalo Orquin, poi, ha sfidato il potere temporale e la sacralità della Chiesa organizzando dei flash mob all’interno di edifici sacri.

Se parliamo di arte provocatoria non possiamo non citare Piero Manzoni e la sua “merda d’artista”: un vasetto di suoi escrementi valutato addirittura 124mila euro in un’asta nel 2007. La “merda d’artista” e’ una sfida e una critica al funzionamento del sistema che valuta e da un prezzo alle opere d’arte non in base alla loro effettiva bellezza e potenza ma in base alla fama dell’artista stesso.

Milo Moirè

Il simbolo della provocazione ai giorni nostri è la modella e artista svizzera Milo Moirè che gira per le principali città europee rigorosamente nuda o coperta da scritte ed esibisce il suo corpo perfetto senza veli permettendo ai passanti di toccarle seno e parti intime per qualche minuto.

Il messaggio dell’artista è ambivalente: da un lato si oppone alle migliaia di casi di violenza sessuale sulle donne prendendo pieno e totale controllo del proprio corpo e decidendo da chi e quando farsi toccare, dall’altro lato vuole che la gente riprenda consapevolezza della propria fisicità e non si faccia trascinare nell’oblio di un’epoca iperdigitalizzata.

Le espressioni artistiche senza veli di Milo le sono costati numerosi arresti e critiche, ma sono senza dubbio l’esempio più lampante di dove può arrivare la provocazione artistica ai giorni nostri.

Botero e il suo stile unico

A chi non è mai capitato di trovarsi davanti ad un’opera di Fernando Botero e di domandarsi, pensieroso, perché l’artista abbia deciso di dipingere o scolpire sempre soggetti obesi? L’artista, esponente dell’arte moderna si è trovato più volte a rispondere a questa domanda e a giustificare le sue scelte artistiche in confronti con il grande pubblico.

Le sue opere affascinanti ma provocative lasciano tutti un po’ perplessi; per questo motivo, in questo articolo riassumiamo e analizziamo la vita di Botero e la filosofia dietro alle sue opere, perché possiate apprezzare a pieno l’unicità dei suoi capolavori.

La vita di Botero

Fernando Botero nasce a Medellin, in Colombia, nel 1932 ed è il secondo di tre fratelli, l’ultimo dei quali nasce pochi mesi dopo la morte del padre. Già da adolescente dimostra interesse per il mondo artistico: a sedici anni disegna le illustrazioni per i supplementi di “El Colombiano”, uno dei giornali più importanti del paese, e a 20 anni vince un premio per artisti colombiani e utilizza i soldi della vincita per recarsi in un viaggio-studio in Europa, la patria artistica per eccellenza.

In Spagna viene a contatto con le opere di Goya e Tiziano, si distacca dallo stile avanguardistico francese ed in Italia trova la sua primaria fonte di ispirazione nei capolavori rinascimentali di Giotto e Mantegna.

Come quasi tutti gli artisti, in patria non viene apprezzato. Con pochi soldi in tasca parte alla volta di New York dove a fatica inizia a crearsi una reputazione; si sposta poi in Germania ed infine a Parigi. Si sposa e divorzia due volte e perde tragicamente il terzo figlio in un incidente d’auto: occasione in cui il pittore stesso perde una falange del mignolo destro, cosa che lo porterà a scolpire spesso enormi mani.

La filosofia artistica

Due caratteristiche principali saltano all’occhio quando si guarda un’opera di Botero – sia dipinto che scultura: l’obesità dei personaggi e la loro assenza totale di emozioni esemplificata dallo sguardo assente e perso nel vuoto. Alla domanda “Perché disegnare e scolpire personaggi e figure obese?”, l’artista risponde che è una questione di sensualità.

Per lui, il piacere e la sensualità del dipingere sono dati dall’abbondanza di colore che rimanda all’esaltazione della vita. E quale miglior metodo per abbondare con il colore se non esagerare ed ingrandire a dismisura le forme dei suoi personaggi?

Per quanto riguarda l’assenza di emozione dei dipinti e delle sculture, Botero spiega che, essendo focalizzato sul colore e sul piacere provocato dalle pennellate abbondanti e voluminose, ha voluto intenzionalmente distaccarsi dai suoi personaggi.

Le donne nude, i giocolieri, i matador, i vescovi sono tutti neutri, sembra che osservino impassibili ciò che li circonda senza realmente vedere nulla. La freddezza e il distacco dell’artista dai suoi personaggi si traduce nell’assenza della componente morale e psicologica delle sue opere.