Mondo dell’arte provocatoria

La fine del Novecento e l’inizio degli anni Duemila hanno marcato un punto di svolta importante nel mondo dell’arte. Questi periodi sono stati caratterizzati da un forte desiderio di provocare lo spettatore e di mettere alla prova e sfidare la morale collettiva con opere d’arte sfrontate ed irriverenti, a volte addirittura volgari e ridicole.

In Italia e nel mondo esistono moltissimi esempi ed artisti che hanno sfidato i cliché’ e i tabù sociali e culturali e hanno trovato il modo di reagire e rompere le regole grazie alla loro dialettica e filosofia artistica unica e particolare.

Questo trend ha portato ai giorni nostri, a un’epoca in cui la provocazione è considerata la normalità e i valori classici sono diventati, a loro volta, provocanti. La società moderna vive in una provocazione continua, in una sfida senza fine ai paletti sociali e opporsi a questa tendenza è ciò che oggi possiamo considerare davvero provocatorio.

I casi più eclatanti

Le avanguardie del 900 si sono tradotte in eccessi provocatorie sfide di costume e moralità. In Italia, ricordiamo Maurizio Cattelan, la cui opera più eclatante è stata la scultura di un enorme dito medio collocato di fronte alla Borsa di Milano: un segno di sfida e derisione nei confronti del mondo della finanza.

Altri artisti come Gunther Von Hagens e Damien Hirsts hanno eletto la morte come tema portante della loro dialettica, utilizzando a volte anche corpi morti di volontari che avevano accettato di donare il proprio cadavere all’arte. Gonzalo Orquin, poi, ha sfidato il potere temporale e la sacralità della Chiesa organizzando dei flash mob all’interno di edifici sacri.

Se parliamo di arte provocatoria non possiamo non citare Piero Manzoni e la sua “merda d’artista”: un vasetto di suoi escrementi valutato addirittura 124mila euro in un’asta nel 2007. La “merda d’artista” e’ una sfida e una critica al funzionamento del sistema che valuta e da un prezzo alle opere d’arte non in base alla loro effettiva bellezza e potenza ma in base alla fama dell’artista stesso.

Milo Moirè

Il simbolo della provocazione ai giorni nostri è la modella e artista svizzera Milo Moirè che gira per le principali città europee rigorosamente nuda o coperta da scritte ed esibisce il suo corpo perfetto senza veli permettendo ai passanti di toccarle seno e parti intime per qualche minuto.

Il messaggio dell’artista è ambivalente: da un lato si oppone alle migliaia di casi di violenza sessuale sulle donne prendendo pieno e totale controllo del proprio corpo e decidendo da chi e quando farsi toccare, dall’altro lato vuole che la gente riprenda consapevolezza della propria fisicità e non si faccia trascinare nell’oblio di un’epoca iperdigitalizzata.

Le espressioni artistiche senza veli di Milo le sono costati numerosi arresti e critiche, ma sono senza dubbio l’esempio più lampante di dove può arrivare la provocazione artistica ai giorni nostri.