Perché in casa non può mancare una scopa elettrica

Una scopa elettrica garantisce una pulizia migliore e più duratura rispetto alle normali scope che si limitano a spostare lo sporco, vi impediscono di raccogliere tutti i residui e sollevano moltissimi acari e batteri nell’aria (deleterio per chi è allergico alla polvere).

Il termine “scopa elettrica” altro non è che un sinonimo per indicare un particolare tipo di aspirapolvere. Infatti, il funzionamento di questi elettrodomestici è basato proprio sul principio di aspirazione di polvere e acari. Tuttavia, come di tutto, esistono molti tipi e modelli di scopa elettrica. Facciamo un po’ di chiarezza!

Diverse tipologie

Una prima distinzione da fare all’interno della categoria delle scope a vapore è tra i modelli con e senza cavo. I primi sono i classici modelli che funzionano attaccati alla presa elettrica, spesso garantiscono una potenza superiore, ma hanno lo svantaggio di dover continuamente staccare e riattaccare la spina per avvicinarvi alle zone che desiderate pulire.

I modelli senza cavo, invece, sono probabilmente più pratici e maneggevoli. Bisogna, però, tenere conto del fatto che hanno un’autonomia limitata (in genere non supera i sessanta minuti negli apparecchi migliori) e, una volta scarichi, devono essere collegati all’alimentatore per potersi ricaricare ed essere nuovamente pronti all’uso.

Un’altra caratteristica che differenzia una scopa elettrica dall’altra è la presenza o meno del sacchetto. I modelli con il sacchetto sono più igienici: una volta finito di aspirare basterà staccare il sacchetto e buttarlo nella spazzatura, evitando di respirare la polvere raccolta.

Le scope senza sacchetto, invece, sono dotate di un serbatoio che dovrà essere svuotato dopo qualche uso: una scelta meno igienica e non indicata per chi fosse allergico alla polvere, ma che vi permetterebbe di risparmiare sui sacchetti che possono essere piuttosto costosi.

I vantaggi

Una scopa aspirapolvere senza fili offre molti vantaggi durante le pulizie di casa. Può essere utilizzata su qualsiasi superficie, ha un costo contenuto, garantisce una pulizia profonda e duratura e ne esistono moltissime tipologie come abbiamo visto.

Inoltre, la scopa elettrica si adatta alle esigenze di ognuno: una mamma casalinga avrà probabilmente bisogno di un modello leggero e facile da maneggiare per poter evitare tutti gli ostacoli e gli ingombri inevitabilmente presenti in una casa affollata, ma, allo stesso tempo, la sua scopa elettrica dovrebbe essere potente per rimuovere al meglio la polvere e lo sporco dai pavimenti, in modo da lasciare un ambiente e delle superfici adatte a dei bambini che, si sa, amano passare il loro tempo per terra.

Diversamente, un single o un pensionato possono optare per dei modelli anche meno potenti: avere più tempo a disposizione per le pulizie significa poter scegliere un modello più semplice ma che permetta di risparmiare sul consumo energetico, pur garantendo un risultato soddisfacente.

Robot da cucina per il tuttofare

Gli ultimi modelli di robot da cucina sono dotati di una serie infinita di funzioni e sono in grado di facilitare la vita in cucina di chiunque: dai più inesperti ai cuochi provetti.

I migliori robot, infatti, sono in grado di sminuzzare, tritare, frullare, impastare, spremere, centrifugare e alcuni perfino di cucinare! Come potrete facilmente immaginare, però, non tutti gli apparecchi sono egualmente funzionali ed affidabili. Perciò, ecco una serie di caratteristiche e consigli da tenere a mente per poter valutare se un robot da cucina sia di buona qualità o meno.

Cosa non deve mancare?

Innanzitutto, un buon robot da cucina deve essere costruito con un materiale resistente, preferibilmente acciaio inox, in modo da poter resistere ad un uso continuato e frequente e ai lavaggi in lavastoviglie. Inoltre, dovrebbe essere facilmente smontabile e pratico da pulire, e, soprattutto, dovrebbe comprendere una serie di accessori fondamentali.

I robot migliori comprendono già gli accessori principali, ma, se così non fosse, accertatevi che la confezione contenga almeno le fruste e le lame necessarie per frullare, sminuzzare, tritare ed impastare. Un robot che non abbia almeno queste funzioni, si rivelerà pressoché inutile.

Fondamentale è anche un motore (e conseguentemente una potenza) adeguato. Generalmente, i robot più grandi sono anche dotati di un motore molto potente per permettere di lavorare grandi quantità di ingredienti contemporaneamente. Tuttavia, un wattaggio estremamente elevato non è sempre la soluzione ideale.

Esistono, infatti, apparecchi che, utilizzando una meccanica leggermente diversa (sono sprovvisti di cinghia di distribuzione), offrono delle prestazioni ottime pur mantenendo dei consumi bassi.

Infine, un ultimo elemento da tenere in considerazione è la capienza, associata alle dimensioni totali del dispositivo. Il robot cucina kenwood dovrebbe essere sufficientemente grande da permettervi di affrontare tranquillamente le operazioni quotidiane, non troppo piccolo altrimenti risulterà scomodo, e non troppo grande per non spendere inutilmente tanti soldi e ritrovarsi con un dispositivo ingombrante e che non riuscirete a sfruttare appieno.

Cucinano anche?

I modelli di ultima generazione sono addirittura in grado di cucinare i cibi una tipologia di cottura al vapore. Questa funzione, chiaramente, incide notevolmente sul prezzo del robot, ma vi facilita ulteriormente la vita in cucina, permettendovi di portare a termine preparazione e cottura di ricette, anche elaborate, con un unico elettrodomestico.

La funzionalità e la praticità di questa funzione sono straordinarie, vi permette di accelerare notevolmente i tempi, di risparmiare su una macchina specifica per la cottura al vapore, e vi risparmia di dover lavare molti più attrezzi alla fine della preparazione.

Tuttavia, bisogna tenere a mente che questi robot, seppur estremamente funzionali e all’avanguardia, non sono ancora in grado di sostituire completamente le tipologie di cottura tradizionali e i risultati che si possono ottenere utilizzando il forno, la griglia o i normali fornelli.

La ripresa del Beauty

Dal 2008 un’impietosa crisi economica ha colpito tutto il mondo, e in particolare l’Europa. I paesi dell’Unione Europea, uniti da una sola moneta, hanno avuto difficoltà a rilanciare la propria economia e alcuni di loro hanno rischiato, e rischiano tutt’ora di andare a fondo.

L’Italia non fa certo eccezione, anzi, la crisi economica italiana è stata aggravata dalle migliaia di migranti che ogni giorno approdano alle coste della Sicilia, della Calabria e della Puglia. Negli ultimi anni molti italiani hanno dovuto stringere la cinghia e rinunciare a spese superflue per poter arrivare a fine mese.

Tra spese superflue (o non di prima necessità almeno) non possiamo non includere tutti i prodotti di bellezza come creme, rossetti, matite per gli occhi, ombretti e chi più ne ha più ne metta. Tuttavia, con i primi segni della tanto agognata ripresa economica si è assistito ad un boom di vendite nel settore beauty.

Un boom dei fatturati

Il presidente di Cosmetica Italia ha rilasciato delle dichiarazioni che fanno ben sperare circa una ripresa dell’economia nazionale. Nonostante molti settori abbiano subito importanti perdite, nell’ultimo periodo il mercato interno di prodotti di bellezza ha superato le aspettative con una crescita del fatturato di circa 1,4% rispetto al 2014.

E non è finita qui: alla sorprendente ma incoraggiante crescita del mercato interno bisogna sommare un importante aumento delle esportazioni che hanno assistito ad un vero e proprio boom (14% in del 2014). Questi dati fanno tirare un sospiro di sollievo all’economia nazionale. Gli imprenditori e produttori che operano nel campo del beauty sono stati audaci, investendo in prodotti nuovi ed innovativi, e sono stati premiati.

A volte, quando ci sono situazioni di stallo come quella che sta vivendo l’economia europea, la soluzione migliore è proprio accelerare e non abbassare la testa, continuando a lavorare sodo e puntando verso mercati esteri.

La modalità di vendita

Un’altra novità che accompagna il boom delle vendite di prodotti di bellezza è proprio la modalità d’acquisto scelta dagli italiani. Seguendo i trend cinesi e statunitensi, negli ultimi anni gli italiani hanno prediletto l’acquisto online: con un semplice click e senza spostarsi da casa gli incassi sono aumentati di circa il 20% nell’ultimo anno.

Molti italiani hanno iniziato a comprare regolarmente prodotti online, non solo di bellezza. Negli ultimi anni il progresso tecnologico e la facilitazione dei sistemi di compravendita hanno contribuito notevolmente a rilanciare e pubblicizzare moltissimi prodotti.

Infatti, in internet è possibile trovare moltissimi sconti e offerte, nonché una quantità e una varietà di prodotti maggiore di quella disponibile in profumeria o erboristeria. Un’altra modalità di vendita che ha confermato l’incremento degli ultimi anni è la vendita “porta a porta” che è cresciuta più del 30% solo nell’ultimo anno. A quanto pare, quando i prodotti ci vengono offerti direttamente a casa nostra è più difficile dire di no.

La fine di un’era

Non importa quanti anni abbiate, il nome Four Season sicuramente non vi lascerà indifferenti. Ebbene sì, il ristorante che ospitò tutta la New York bene: da JFK a Kissinger, da Donald Trump a Nora Hefron, da Anna Wintour a Oscar de la Renta, inclusi tutti i presidenti americani, chiude le porte.

La notifica di sfratto ha segnato per i proprietari (l’italiano Julian Niccolini e lo svizzero Alex Von Bidder) e per la clientela affezionata la fine di un’era. Ormai al Four Season non si andava più per la cucina, ma per essere visti e fotografati in quest’icona di New York, un angolo di lusso che sembrava non essere stato scalfito dal passare del tempo, ma che ha, purtroppo, dovuto cedere di fronte al passo inarrestabile ed impietoso della modernità.

La storia

Le cifre esorbitanti degli affitti di New York costringono ogni anno molti ristoranti a chiudere i battenti. Il Four Season sembrava resistere. Disegnato da Philip Johnson e ultimato nel 1959, questo iconico ristorante era costato, ai tempi, 4.5 milioni di dollari.

Il locale che ha inventato il concetto di power lunch (un pranzo in cui persone d’affari discutono di business importanti) era nato sotto l’influenza della cucina francese ed era diventato, negli anni 70, un palcoscenico su cui sfilavano vip e potenti piuttosto che un locale dove andare a mangiare.

Ebbene, tutto questo è giunto al termine: Aby Rosen, il proprietario del palazzo, ha presentato la notifica di sfratto ai due proprietari insolventi e ha optato per uno staff più giovane e alla moda: i due chef Mario Carbone e Rich Torrisi.

Piazza pulita

Il Four Season, che ha servito la sua ultima cena tra la commozione generale, è stato completamente svuotato. Ogni singolo pezzo dell’arredamento è stato venduto: sedie, posate, stoviglie, tavolini da cocktail, tutto. L’unica eccezione è il famoso arazzo di Pablo Picasso, il “tricorno” che è diventato ormai da un anno proprietà della New York Historical Society dopo che Wright l’ha tristemente battuto all’asta.

Ma non si parla solo di beni materiali che abbandonano questo ristorante storico. Lo staff del Four Season, composto da 130 persone tra cuochi e camerieri, si ritrova ora senza un lavoro dopo anni di onorato servizio.

La chiusura del Four Season è un triste emblema dello spietato mercato della ristorazione e immobiliare della grande mela che non risparmia nessuno. Anche se sarà completamente rinnovato e modernizzato, il Four Season rimarrà nella storia per aver ospitato il quarantacinquesimo compleanno di JFK, per Sophia Loren che ha fatto il bagno nella piscina della Pool Room e per tutti gli ospiti illustri che ogni giorno varcavano la soglia di questo ristorante per ritrovarsi catapultati in una dimensione senza tempo da cui il resto del mondo, le persone normali, erano sempre state escluse.